martedì 19 gennaio 2010

L'informazione on line a portata di pochi

Il tradimento arriva all’improvviso, e fa l’effetto di un secchio d’acqua gelata sulla pelle. Internet ci aveva soltanto illuso. Credevamo che fosse un mezzo democratico fino in fondo. Che tutti, poveri e ricchi, potessero usufruire dello stesso servizio, almeno per una volta senza distinzioni di casta, di censo, e quant’altro serva a dividere, discriminare. E invece no. Perché il 2010 si annuncia come l’anno delle notizie a pagamento. Sì, avete capito bene. Ad aprire le danze sarà l’autorevole ‘New York Times’. E poi, si uniranno via via tutti gli altri giornali on line.
Notizia disgustosa, allarmante e scandalosa. Altro che diritto all’informazione, garantito dall'art. 5 del Codice deontologico approvato nel 1998 dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti. Altro che libero accesso alle notizie, altro che pari opportunità per tutti. Precisiamo. Che tutti non avessero a questo mondo le stesse opportunità lo avevamo capito. Ma la cosa più scandalosa è che per avere un flusso continuo di informazioni adesso si dovrà pagare. Incredibile ma vero. E la chiamano pure rivoluzione. Certo, tutto sarà meravigliosamente agevole e gradevole, per appagare i palati più fini, i cultori della new technology. Ma tutto avverrà senza pensare nemmeno di striscio a chi non potrà permetterselo (di pagare, appunto). Grazie a questa trovata, aumenterà sempre di più il divario tra i bene informati e i male informati, o semplicemente tra gli informati e i disinformati, tra coloro che vivranno nella luce e chi invece marcirà nelle tenebre senza neppure accorgersene. Inevitabilmente ci sarà chi frequenterà siti di serie A e chi invece dovrà accontentarsi di tutto il resto, una melassa indistinta di aurea mediocritas. Ma forse l'intento è proprio questo: informare il meno possibile, tenere il cervello dei più a mollo e così manipolare più facilmente l'opinione pubblica, attentando alla formazione di un'opinione. Evviva la democrazia, il diritto all’informazione, l’informazione a portata di tutti. Ma non era ciò che ci aveva promesso Internet?

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nessuno scandalo. Se queste idee dovessero all'improvviso andare di moda scopriranno anche meno e-lettori alle urne.

L'informazione è una melassa indistinta di faziose idee vuote e ricattatorie. Il web nasce appendice delle forze militari. La militarizzazione delle notizie è già avvenuta con le agenzie-stampa, fonte unica di giornali senza giornalisti, di editori impuri e di finanziamenti a pioggia ai mass media che corrompono ogni forma di libertà mentale.
Speriamo solo che non ci tolgano le informazioni metereologiche e quelle astrologiche. Sarebbe un problema...

internet_nauseato

Stella mattutina ha detto...

Per fortuna che qualche internauta nauseato e dotato di coscienza critica esiste ancora. E.