mercoledì 27 gennaio 2010

Il re Vendola è nudo. Ma il Pd è in mutande?

Per fortuna Nichi Vendola fa da sé. Nel senso che ha capito che in politica comandano i voti. E se li hai, non ci sono ostruzionismi partitici, né invidie e antipatie personali che tegano. Poi, al Sud c’è anche un’altra regola non scritta, ancora più forte che al Centro e al Nord: l’elettorato medio è molto meno politicizzato e alla gente degli schieramenti e delle loro logiche interne non gliene frega un bel niente. Al Sud si vota per la persona e soprattutto per ciò che promette e poi mantiene. Ottimo allora il consiglio di Roberto Castelli: “Caro Nichi, se hai i voti, prenditeli”. E così è stato. Ottima la trovata delle primarie. Sventato il ‘tentativo di apparato’ che il Pd aveva servito su un piatto d’argento col candidato Francesco Boccia. Questo è uno dei casi in cui la designazione plebiscitaria restituisce un po’ di democrazia al sistema. Come dire, le candidature non possono essere sempre imposte dall’alto.
Vendola ha carisma, sèguito. E, nonostante il recente assedio della magistratura, la sua immagine pubblica sembra non essere stata intaccata. Sarà per questo che non è molto gradito a una certa sinistra che si affanna a ripartire, ma senza ancora avere una visionomia chiara? Intanto lo slalom dell’Udc, un po’ col Pd un po’ col Pdl, che peraltro potrebbe non essere capita né apprezzata dagli elettori, continua. Ma il caso Puglia ha sollevato comunque una domanda a cui non si è ancora data una risposta e che è la più pressante : che cos'è il Pd? Poi, certo, ce ne sarebbe anche un'altra. Per esempio, perché in Puglia il Pd è andato in bianco? E un'altra ancora: che cos’è il Pd dopo il matrimonio elettorale con Di Pietro? Insomma, il Pd suscita parecchie domande. E tutte aperte. I piddini comincino a rendersene conto e a trovare al più presto qualche risposta.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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