venerdì 24 giugno 2011

E il Pd scivola sulle gambe al vento

E qui casca l’asino. Il Pd fa un clamoroso autogol. E scivola sul manifesto della festa dell’Unità a Caracalla, che ha già fatto il giro dei giornali. Proprio al numero 77, le gambe delle donne. Sì, perché quel paio di gambe, scoperte da una vaporosa gonna fucsia sollevata dal vento che cambia ha fatto discutere. E quella mano che scivola a cercare di coprirle. Citazione cinematograficamente efficace di “Quando la moglie è in vacanza”, dove quella donna era l’ineguagliabile Marilyn. Strategia pubblicitaria per catturare gli sguardi ai semafori. In perfetta linea col resto dei cartelloni di spot vari.

Ma dall’ organizzatrice della festa democrats Micaela Campana arriva una pronta giustificazione: "Certo può creare perplessità ma è stata scelta quell'immagine perché ricorda la Monroe in un famoso film. Ma visto che ha creato così tanta eco abbiamo deciso di organizzare un dibattito sul tema alla Festa dell'Unità". Non drammatizza neppure l'assessore provinciale Patrizia Prestipino, che dice di non trovarlo offensivo ma frizzante.
Getta acqua sul fuoco anche Sara Battisti, segretario dei giovani democratici del Lazio: "Siamo impegnate contro la mercificazione del corpo delle donne tanto in voga nell'epoca berlusconiana, ma in quel manifesto si ravvisa più la poesia frivola che non la volgarità".
Il manifesto però non trova approvazione da parte delle donne della conferenza regionale e romana del Pd che si "dissociano". Niente di riprovevole, né di equiparabile alla volgarità delle ragazze dell’Olgettina. L’accostamento è del tutto fuori luogo, fanno sapere dalla segreteria capitolina del partito.


Chi è troppo cavilloso, ironia della sorte, prima o poi cade nella trappola. I giornali ne parlano tutti, l’Unità tace. Meglio non dire, visto che si è sempre detto tutto il male possibile sulle ragazze seminude di Mediaset. Certo Pier Paolo Pasolini, da sempre contro l’uso della donna oggetto dentro e fuori dal piccolo schermo, non avrebbe apprezzato più di tanto. E nemmeno i post comunisti più moralisti. Ma Pasolini è ormai il simbolo della vecchia sinistra. In realtà  il vero vento del cambiamento ha investito in pieno i post comunisti, che si stanno già preparando a passare dall’antiberlusconismo convinto al post berlusconismo accondiscendente. Ripartendo proprio dalle veline succinte e sgambettanti di Striscia, fino a ieri icone di frivolezza e profondamente offensive nei confronti della dignità femminile, ma a cui probabilmente qualcuno del partito ha pensato di ispirarsi, neppure troppo timidamente. Ci vuole rispetto per il corpo delle donne, che non va in alcun modo usato né tantomeno mercificato, hanno da sempre strombazzato a gran voce i dalemiani, demonizzando in tutte le salse il modello femminile diffuso da Berlusconi nelle sue tv. Eh già, caro Pd, questa però è l’eccezione che non conferma la regola, ma semmai riflette l' inghippo.

Elena Orlando (elyorl@tiscali.it)

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